Piazzo 48 definisce la posizione della Ca' de la Val nel comune di Segonzano. Nel punto più accogliente del fondovalle e lungo il sentiero europeo E5, Piazzo (Spiàz) conserva i ruderi del castello cui Albrecht Dürer, nel viaggio del 1494, ha dedicato più vedute in acquerello.
Scendendo dal Redebus per infilarsi tra i dossi delle Piazze e di Bedollo, l'acqua del rio Regnana si fa spettacolare cascata del Lupo e poi nastro ai piedi delle Piramidi di terra. Quell'acqua alimentava in passato non pochi opifici: segherie, magli di fabbri, mulini.
Ca' de la Val, prossima alla confluenza del rio Regnana nell'Avisio, è la sola struttura sopravvissuta al tempo e alle alluvioni, testimonianza della storia sociale fino al primo dopoguerra e interprete del tempo presente, spazio aperto a quanti oggi amano incrociare le forme del sapere e dell'espressione.
Nel XIX secolo, a Piazzo di Segonzano operavano quattro mugnai e un fabbro. Altri due macinavano al Prà. In vari periodi funzionarono tre segherie alla veneziana mosse dalla caduta dell’acqua nelle casse. Erano riparate da una tettoia e avevano una sola lama agganciata a una ruota dentata.
Nella gola tra gli abitati di Piazzo e di Parlo, nel XVIII secolo fu approntata una segheria, chiusa all’interno di uno stabile lungo e stretto poiché, in quel tratto incassato tra le rocce, il sole non arriva mai, nemmeno d’estate. D’inverno sarebbe stato impossibile lavorare. La segheria trasformò i tronchi in assi fin verso la seconda guerra mondiale. Recuperata con un paziente restauro, quest’opera di archeologia artigianale è diventata “La Cà de la Val”, la casa della valle